Il Natale, i grandi scrittori e la scuola
Non ricordo di aver studiato al liceo o all’università neppure una poesia dedicata alla nascita di Gesù. Devo ritornare con la memoria agli anni delle elementari, quando ai maestri piace tanto raccontare le storie. Iniziava così la poesia: «- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!/ Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei./ Presso quell’osteria potremo riposare,/ ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.// Il campanile scocca/ lentamente le sei.// – Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?/ Un po’ di posto per me e per Giuseppe?/ – Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;/ son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe». La poesia si intitola «La notte santa». L’autore è Guido Gozzano.
Orbene, una storia come questa, che sia considerata vera o falsa o addirittura poco pertinente alla nostra vita, meriterebbe di essere conosciuta, di essere studiata. Nelle scuole, però, non si racconta più la storia della nascita di Gesù. In molte scuole è addirittura proibito rappresentarla con un presepe, sarebbe un’intollerabile violenza nei confronti di chi non crede o di chi appartiene ad altre religioni. Non ho mai sentito dire che a scuola non si studi Napoleone perché ha saccheggiato molte terre dell’Europa, ha distrutto e ridotto a stalle molte chiese, ucciso tanti uomini appartenenti a una moltitudine di popoli diversi. Eppure, non si è mai raccontato che Gesù abbia compiuto azioni tanto atroci, anzi! Inoltre, le prove che Gesù Cristo sia esistito sono altrettanto certe di quelle relative all’esistenza di Napoleone. È un fatto storico la nascita di Gesù così come lo è la morte di Napoleone celebrata ne «Il 5 maggio», in cui Manzoni tra l’altro testimonia che «più superba altezza / al disonor del Gòlgota / giammai non si chinò». Le antologie scolastiche escludono qualsiasi testo che racconti la storia di Gesù scritto dai grandi letterati (come del resto gli intellettuali cattolici sono spesso esclusi dai canoni letterari o relegati a ruoli del tutto marginali). Perché accade questo? Forse perché gli scrittori e i poeti non hanno raccontato la storia di Gesù? Certo che no. Infatti, quasi tutti i grandi scrittori, malgrado la smemoratezza della critica letteraria, si sono cimentati con la nascita di Gesù.
Vorrei per l’occasione ricordare solo alcuni nomi tra i tanti letterati contemporanei, cioè di quell’epoca che è considerata atea o irreligiosa e che, invece, risente ancora fortemente, talvolta magari in maniera incosciente, della tradizione e del fatto cristiani.