croce-montagnaVorrei  fare oggi una breve riflessione sul tempo della vacanza che riguarda noi tutti, giovani e adulti, e che non concerne solo l’organizzazione e la gestione materiale del tempo proprio o altrui. Questo è solo un aspetto, quello forse a cui teniamo di più, talvolta, forse, tralasciando la riflessione su cosa sia il tempo della vacanza.

Se andiamo a riscoprire il significato etimologico delle due parole, «vacanza» e «scuola», scopriamo che «vacanza» deriva da un verbo latino (vaco) che significa «sono libero da qualcosa per dedicarmi a qualcosa d’altro». «Scuola» deriva dal latino «schola» che, a sua volta, deriva da un termine greco che in antichità voleva dire «tempo libero» e, che, poi, ha indicato «il luogo in cui si trascorre il tempo libero». Solo più tardi è diventato il luogo in cui si dibattevano questioni filosofiche e culturali o si leggevano testi.

Come sempre, la scoperta del significato originario di una parola è l’occasione per capire il valore autentico delle cose e del tempo. «Nomina sunt consequentia rerum» ovvero «i nomi sono corrispondenti alle cose» e alla realtà. E, ancora, nomen deriva secondo la tradizione dal termine omen che significa «augurio», «destino», «presagio».

Il tempo della vacanza è allora per eccellenza il momento in cui l’adulto e il giovane sono liberi dalle solite occupazioni per dedicarsi ad altro, magari a quelle passioni e a quegli interessi a cui non ci si può dedicare con troppa cura durante l’anno. Le vacanze sono l’occasione per affermare e seguire quanto di bello uno ha incontrato o viceversa per essere provocati dal fatto che non si è ancora incontrato o riconosciuto qualcosa di grande nella vita e allora questa constatazione può diventare provocazione del fatto che vada cercato. In pratica, da come si utilizza il proprio tempo libero spesso si comprende che cosa ci interessa e ci sta davvero a cuore.