«Perché dovremmo leggere la Commedia a settecento anni dalla sua composizione? La Commedia ci spalanca una finestra sulla vita e sull’uomo di oggi, come del passato. Avvertiamo una comunione universale tra noi moderni e gli antichi, tra la nostra e la loro aspirazione alla salvezza, alla felicità e all’eternità. Ci accorgiamo che l’antico Dante sa esprimere noi stessi meglio di quanto sappiamo fare noi». Così sulla Nuova BussolaQuotidiana del 27 aprile Giovanni Fighera presenta il suo ultimo
saggio, Tre giorni all’inferno. In viaggio con Dante (EdizioniAres, Milano 2016, pp. 176, euro13), che è stato segnalato e recensitosia da Tempi del 16 e 30 marzosia dal Nostro tempo del 17aprile e sui siti Lafolla.it il 5 aprilee Ladiscussione.com il 10 aprile,in cui si evidenzia che il libro«permette di affrontare l’interopercorso di Dante con un’attenzioneai versi lirici, ma, nel contempo,con uno sguardo vivo al significatoesistenziale del viaggio chel’autore ci suggerisce di affrontare,oggi, con il grande maestro fiorentino.In definitiva intraprendendoquesto cammino con Dante, ilSommo Poeta si fa per il lettoreguida e coscienza attente al bello,al buono e al vero, così come Virgilioe Beatrice lo furono per lui». (studi cattolici giugno 2016)