Perché leggere ancora oggi I promessi sposi? I classici sanno esprimere quello che anche noi viviamo e proviamo, perché parlano dell’uomo, della vita, e lo fanno con la potenza e la capacità di comunicazione proprie dei grandi scrittori. Il romanzo risponde a chi gli pone le giuste domande, al ragazzo che è in attesa dell’amore della sua vita, a due fidanzati che si preparano alle nozze (come ha ricordato recentemente papa Francesco), a padri e madri che vedono crescere i propri figli, a due sposi che si chiedono quale sia il senso della loro storia. I promessi sposi raccontano della vita, della morte, del desiderio di eterno che alberga nel cuore dell’uomo nonostante tutti i limiti e le ingiustizie della storia. Giovanni Fighera con Il matrimonio di Renzo e Lucia (Itaca, 160 pagine, 12 euro) si propone di far incontrare e conoscere meglio Alessandro Manzoni e il suo capolavoro, oltre che per mezzo dei testi letterari, anche attraverso le lettere inviate ad amici, familiari, intellettuali e persino a papi. La rilettura del romanzo avviene a partire dal tema centrale (la conversione), dai due pilastri della vicenda (Gertrude e l’Innominato) tenendo conto del sugo della storia e da quanto accade dopo il matrimonio. Particolare attenzione è riservata alla religiosità del romanzo, ai personaggi e alla loro umanità. L’autore intende sottolineare anche la comicità di vicende e protagonisti facendo emergere, di volta in volta, le gradazioni del comico prevalenti. La ricerca e l’indagine di Fighera cerca, poi, di rispondere a tante domande e curiosità: l’Innominato fu davvero un parente del Manzoni? La monaca di Monza morì in odore di santità? Cosa raccontano gli atti del processo a suor Virginia de Leyva? Qual è la storia della colonna infame? Chi furono gli untori? Cosa scrive Manzoni sulla sua conversione? Qual è il Manzoni privato che emerge dalle lettere? Quale è il suo testamento spirituale?