“Che cos’è dunque la felicità, mio caro amico? E se la felcità non esiste, che cos’è dunque la vita?”, chiede Giacomo Leopardi all’amico belga A. Jacopssen. Perchè l’uomo sia protagonista della sua storia, occorre che mantenga viva questa domanda nella sua forma primigenia, come esigenza di felicità infinita. Questo libro, frutto di molteplici letture e di anni di insegnamento, si propone come un originale percorso letterario ed esistenziale, nel tentativo di riproporre in tutta la sua ampiezza la domanda del Recanatese e di suggerire un’ipotesi di ricerca nel confronto costante fra lui e altri grandi autori della tradizione, da Dante a Manzoni, da Cesbron a Mounier, Calvino, Milosz: autori le cui “espressioni significative, singolari, commoventi”, scrive mons. Luigi Negri nella Prefazione, Fighera “ha saputo leggere con profondità, utilizzando come ermeneutica della letteratura la domanda religiosa che anima il cuore dell’uomo e la grande, definitiva risposta che Dio ha dato”.