San Benedetto da Norcia è un gigante dell’Occidente, nominato patrono dell’Europa nel 1964 da papa Paolo VI, in quanto fu una delle figure che maggiormente contribuirono alla realizzazione di un’unità culturale in un momento di grave crisi, quando, crollato l’impero romano d’Occidente, i popoli barbarici lo invadevano e realizzavano i loro regni.

Nato nel 480 da famiglia benestante, giunto a Roma per completare gli studi superiori, trovando nella città dissolutezza e corruzione, Benedetto si allontanò per vivere in un luogo isolato, oggi chiamato Sacro Speco, nei pressi di Subiaco. Per tre anni combatté per controllare le tre principali tentazioni umane: l’autoaffermazione, la sensualità e il desiderio di vendetta. Passò, poi, dalla forma di vita anacoretica a quella cenobitica, divenne abate di un gruppo di monaci che, però, tentarono di avvelenarlo forse perché ritenevano la sua regola troppo rigida.

Fondò più tardi alcuni monasteri nei pressi di Subiaco e poi a Montecassino. Ivi, venivano accolti Romani, Germani, figli di schiavi e gente umile in una sorprendente unità di vita, possibile solo nella sequela dell’insegnamento del Vangelo.

Centri culturali ed economici, i monasteri divennero luoghi di scambi di prodotti e d’innovazioni tecniche. Vi si aprirono scuole per formare sia i futuri monaci che gli studenti laici attraverso l’apprendimento delle arti del Trivio e del Quadrivio. Nei monasteri venivano ospitati anche pellegrini, viaggiatori e malati nei quali si vedeva il Cristo sofferente.

Tutta la vita del monaco era scandita dalle ore di preghiera, di studio e di lavoro. L’agricoltura, l’apicultura e l’allevamento erano le attività che servivano al sostentamento dei monaci e ai bisogni del convento.

San Benedetto scrisse una regola che impose l’obbedienza, il rispetto degli orari di lavoro e di preghiera e lo spirito di fraternità. La regola, che qualificava la vita monastica come una scuola di servizio al Signore, sarebbe stata estesa più tardi sotto l’Impero carolingio a quasi tutti i monasteri dell’Europa. Leggiamo nella Regola:

“L’abate non deve insegnare o stabilire o comandare nulla che sia fuori della legge del Signore, ma il suo comando e il suo insegnamento siano infusi nella mente dei discepoli come lievito di giustizia. […] Odi i vizi, ami i fratelli, ma anche nel correggere proceda con prudenza e senza eccessi, per evitare che, volendo raschiare troppo la ruggine, finisca spezzato il vaso. […] Il primo gradino dell’umiltà è l’obbedienza senza indugio”.

L’abate deve essere ad un tempo un padre tenero, ma anche un severo maestro seguendo l’esempio del buon pastore. San Benedetto morì a Montecassino nel 547.