La tradizione del romanzo moderno ha decisamente radici inglesi, spagnole e francesi. Se troviamo le prime testimonianze di questo genere nei testi picareschi del Cinquecento spagnolo, se il El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha (nei due volumi del 1605 e del 1615) di Miguel de Cervantes e Gargantua e Pantagruel (composto di cinque libri pubblicati tra il 1532 e il 1564) di Francois Rabelais sono emblema del consenso che il nuovo genere incontra e della sua diffusione, la stagione della grande diffusione del romanzo moderno è, senz’altro, il Settecento inglese.
In Italia, invece, patria del Classicismo che conosce nel XVIII secolo l’ondata del Neoclassicismo, incontriamo il primo romanzo soltanto nel 1802. Le ultime lettere di Jacopo Ortis sono il primo romanzo italiano, tra l’altro in forma epistolare, una raccolta di lettere inviate dal protagonista all’amico Lorenzo Alderani, che poi le raccoglierà e pubblicherà conferendole un’unità attraverso una cornice narrativa. L’Ortis, come si può comprendere, non potrà fungere da riferimento per il Manzoni nella composizione dei Promessi Sposi, né per quanto riguarda la strutturazione dell’opera né per l’aspetto linguistico. Lo scrittore lombardo si formerà leggendo romanzi gotici, d’avventura, sentimentali, storici del Settecento, provenienti prevalentemente dalla tradizione inglese e francese. Per quanto riguarda l’aspetto linguistico Manzoni potrebbe rifarsi all’uso linguistico, ai dizionari e ai testi letterari colti italiani. Come procede?