IN VIAGGIO CON DANTE VERSO LE STELLE

Il poeta fiorentino è ormai giunto di fronte al Paradiso terrestre, l’Eden abitato un tempo da Adamo ed Eva. Virgilio allora sintetizza il senso di tutto il viaggio compiuto fin qui tra Inferno e Purgatorio. Dante ha ormai purificato i suoi peccati, tutte le sette P gli sono state cancellate. Con grande senso di umiltà l’autore dell’Eneide confessa di non poter più aiutare Dante, perché ora gli occorre un’altra guida che lo porti a vedere i Cieli e poi a contemplare la gloria di Dio:

Il temporal foco e l’etterno

veduto hai, figlio; e se’ venuto in parte

dov’io per me più oltre non discerno.

Tratto t’ho qui con ingegno e con arte;

lo tuo piacere omai prendi per duce;

fuor se’ de l’erte vie, fuor se’ de l’arte.

Vedi lo sol che ’n fronte ti riluce;

vedi l’erbette, i fiori e li arbuscelli

che qui la terra sol da sé produce.

Poi, Virgilio invita Dante a riposare fintanto che arrivi Beatrice. Infine, lo incorona padrone di se stesso e della sua libertà, ora che si è purificato da tutti i peccati. Se il cuore è pulito e purificato, non può fallire, perché l’uomo è creato a immagine e somiglianza di Dio e tende per natura alla bellezza, al bene, alla verità, alla giustizia. Queste sono le ultime parole di Virgilio:

Non aspettar mio dir più né mio cenno;

libero, dritto e sano è tuo arbitrio,

e fallo fora non fare a suo senno:

per ch’io te sovra te corono e mitrio.

Quando l’uomo si purifica, usa pienamente la libertà nell’adesione al bene e in esso trova il suo pieno compimento e la sua soddisfazione. Dante ci sta comunicando che è il peccato a renderci schiavi e la liberazione dai vizi rende la nostra coscienza più limpida e netta, vero sacrario di Dio, per usare un’espressione cara a san Giovanni Paolo II. Per questo Dante è incoronato sovrano e padrone di se stesso, perché non succube del peccato. Il Sommo poeta non sta affermando che intraprenderà il viaggio da solo, in totale autonomia. Anzi, la necessità di una compagnia umana e l’importanza dell’affettività saranno sempre più esaltate man mano che Dante si avvicina alla sua meta, ovvero Dio.