Viste le cose da questo punto di vista, di chi è la crisi? Chi è il debole, in questo frangente? si chiedono i due autori. “Sono le economie avanzate, dove non si è più in grado di creare lavoro, o quelle emergenti che finalmente possono accedere a condizioni di vita migliori?”.
Ecco una buona domanda, che dovremmo porci più spesso. La risposta dovrebbe farci comprendere appieno perché ciò che sta accadendo nel mondo è definito uno Tsunami, viene cioè paragonato a un fenomeno naturale di enorme portata, irreversibile, e sul quale non si può esercitare nessuna forma di controllo dall’alto, non si può indirizzarlo da un’altra parte del mondo, cosicché non ci venga a disturbare mentre ce ne stiamo in panciolle sulla spiaggia attendendo fiduciosi l’età della pensione e insegnando ai nostri figli a fare lo stesso. L’unica possibilità che abbiamo è cavalcare quest’onda inarrestabile “nata dalla decisione di miriadi di persone che vogliono stare meglio e si sacrificano per farlo”. Ciò che possiamo e dobbiamo fare è capire che cosa è e come va trattato il nostro capitale umano in questo nuovo mondo, come possiamo sfruttarne al massimo i benefici e le novità.
Il libro che state per leggere è questo: un lavoro sul nostro lavoro. Un tentativo di rispondere, in modo informato, con una vasta bibliografia, una ricchissima aneddotica fatta di storie vere, personali, di uomini e donne in carne ed ossa viste, ascoltate e conosciute, alla domanda che tutti ci dovremmo fare ogni sera, uscendo dal lavoro e spegnendo il computer: “Dopo questa giornata, sono migliore o peggiore? Sono riuscito a creare valore per me mentre creavo valore per gli altri? Ho fatto crescere il mio capitale umano mentre lo impiegavo per accrescere la ricchezza della nostra economia?
Leggete questo sorprendente libro e datevi una risposta.