altForse non tutti sanno che San Giovanni è stato patrono anche del regno longobardo e che a proclamarlo tale fu la leggendaria Teodolinda, moglie di Agilulfo, re dal 591 al 615. Questo particolare spiega la dedicazione al Battista del Duomo di Torino, ricostruito proprio in epoca longobarda su un’area dove già insistevano tre chiese romaniche, rispettivamente dedicate a San Salvatore, a Santa Maria di Dompno e, appunto, a San Giovanni. A loro volta questi edifici paleocristiani erano sorti sul posto occupato da templi pagani dell’antica città Jula Augusta Taurinorum, nei pressi del Teatro Romano. Demolite nel 1490, le tre basiliche lasciarono spazio al nuovo Duomo, il cui progetto, per volontà del cardinale Domenico della Rovere, venne affidato all’architetto toscano Meo del Caprina da Settignano che lo concluse nel 1498.

Unico edificio rinascimentale di Torino, la Cattedrale ha facciata in marmo bianco e tre portali, sormontati da un timpano triangolare e volute laterali, che suggeriscono la divisione interna dello spazio in altrettante navate. Sull’impianto a croce latina si affacciano tredici cappelle. In una di esse, la terza sulla sinistra, riposa Piergiorgio Frassati, il giovane proclamato beato da Giovanni Paolo II nel 1990. Tra tutte, l’unica che mantenga traccia dell’aspetto originario cinquecentesco è quella consacrata ai SS. Crispino e Crispiniano per il polittico commissionato dalla Compagnia dei Calzolai ai pittori Giovanni Martino Spanzotti e Defendente Ferrari. I due pittori realizzarono l’opera tra il 1502 e il 1504, raccontando sulle ante le storie della vita dei due santi, raffigurati anche nelle tavole centrali, insieme ai SS. Orso e Teodobaldo, accanto ad una Madonna con Bambino.