Meriam Yahya Ibrahim è stata liberata. Lo ha deciso la Corte di appello sudanese, secondo quanto riportato da una nota dell’agenzia di stampa Suna e conformato a tempi.it da alcune fonti che ci dicono che la donna è a casa. La donna cristiana si trovava in prigione dallo scorso 17 febbraio ed è stata condannata in primo appello lo scorso 15 maggio a morte per apostasia e a 100 frustate per adulterio.
FALSE ACCUSE. La sua colpa, secondo il “fratello” che l’ha accusata, è quella di essersi convertita al cristianesimo dall’islam, reato punibile con la morte dalla sharia. La donna, in realtà, ha dichiarato di essere sempre stata cristiana e di non essersi mai convertita. La sentenza di primo grado ha destato sdegno in tutto il mondo ed è stata impugnata dalla difesa di Meriam lo scorso 22 maggio, anche perché la Costituzione del Sudan garantisce formalmente la libertà religiosa.