Fu l’imperatore Diocleziano, tra il 298 e il 306, a volere a Roma il grandioso complesso delle Terme, per la cui costruzione furono utilizzati innumerevoli martiri cristiani che avevano rifiutato di venerare gli dei tradizionali e scelto di non rinunciare alla propria fede. E fu un sacerdote siciliano, Antonio Del Duca, più di milleduecento anni dopo, a chiedere e ottenere da Papa Pio IV di consacrare alla loro memoria e al culto degli Angeli una porzione di questa vastissima area. Era il 1561 quando l’ambizioso progetto fu affidato al grande Michelangelo, all’epoca già ultra ottantenne e contemporaneamente impegnato nella fabbrica della basilica di San Pietro.
Il Buonarroti intervenne, senza però alterarne la struttura, sui resti archeologici trasformandoli, in parte, in un edificio religioso davvero particolare per l’epoca. Due architetti lo succedettero: Giacomo Del Duca e Luigi Vanvitelli. A quest’ultimo, a metà del XVIII secolo, si deve, per lo più, lo stravolgimento del progetto michelangiolesco, a cominciare dalla decorazione interna dello spazio concepito, in origine, con intensa sobrietà.