Novembre 1979. Da un giorno all’altro dal freddo umido autunnale di Milano al caldo umido tropicale di Calcutta per incontrare e intervistare Madre Teresa prima che partisse per Oslo dove avrebbe ricevuto il premio Nobel per la Pace. Mandarmi in India per questo insieme al collega fotogiornalista Carlo Meazza era un impegno non indifferente per un piccolo settimanale come Il Sabato, nato da nemmeno due anni.
La fondatrice delle Missionarie della Carità godeva già allora di vasta notorietà internazionale. Che però da un Paese luterano e di cultura politica così incrollabilmente “laica” progressista come la Norvegia venisse un tale riconoscimento a una persona come Madre Teresa era un fatto davvero straordinario. Testimonianza altissima di carità fondata e alimentata dalla fede in Cristo, l’opera di Madre Teresa aveva radici molto lontane da quelle del solidarismo di Stato delle socialdemocrazie scandinave. Era inoltre noto il suo grande impegno contro l’aborto, che in Norvegia era divenuto legale solo un anno prima, nel 1978; e che poi lei nel discorso di accettazione del Premio non avrebbe esitato a definire “la maggiore minaccia alla pace” del mondo.
Reso il dovuto merito alla giuria del Premio, che si era dimostrata capace di un gesto così…politically uncorrect (capacità che in seguito ha purtroppo perduto), diventava perciò ancor più interessante incontrare questa donna straordinaria per poterne poi scriverne ai lettori. In quegli anni in fondo non così remoti si era tuttavia ancora molto lontani dalla facile telecomunicazione alla scala planetaria che oggi è alla portata di tutti. Internet e i telefoni mobili non erano ancora comparsi sulla scena. Si potevano trasmettere testi scritti solo telegraficamente, o a mezzo di telescriventi; e comunque dall’Italia i collegamenti telefonici e telegrafici con Calcutta erano precari. Non fu perciò possibile preannunciare a Madre Teresa il nostro arrivo a Calcutta e il motivo della visita. Partimmo comunque avendo potuto accertare soltanto una cosa, ossia che la Madre si trovava a Calcutta.