altGli eventi catastrofici di cui è costellata la storia del Duomo di Messina non hanno impedito che esso risorgesse sempre dalle sue ceneri, recuperando le linee normanne delle origini. Le predazioni ad opera dei Saraceni, i diversi roghi in esso scoppiati, il sisma dell’inizio del secolo scorso, il disastroso bombardamento dell’ultima Grande Guerra hanno segnato e trasformato, ma mai annientato, l’architettura della chiesa cattedrale cui papa Pio XII, dopo l’ultimo restauro, conferì il titolo di basilica. 

La prima consacrazione dell’edificio, inizialmente voluto da re Ruggero I di Sicilia, avvenne nel 1197 alla presenza dell’imperatore Enrico VI, figlio del Barbarossa, e della Regina Costanza. All’interno della cattedrale sono state recentemente ricollocate le lapidi marmoree che i messinesi avevano loro dedicato in segno di riconoscenza per la concessione del privilegio di Porto Franco che garantiva a Messina molteplici immunità economiche e giuridiche.

Il Duomo si presenta oggi con una facciata a salienti merlata. Tarsie di marmi policromi decorano il registro inferiore mentre nella nuda pietra della zona superiore si aprono tre monofore e un rosone. La divisione dello spazio interno in tre navate è suggerita dai tre portali gotici.