altProseguendo nel suo ciclo di catechesi sulla famiglia, all’udienza generale del 26 agosto 2015 Papa Francesco ha messo a tema le relazioni fra famiglia e preghiera. La famiglia, ha detto il Papa, è la prima scuola di preghiera, e pregando offre anche una testimonianza rispetto al rapporto malato e frenetico con il tempo così tipico del mondo moderno.

La preghiera di domanda è necessaria, ma non è l’unica forma della preghiera. Va bene, ha detto il Papa, che Dio «ci aiuti nelle difficoltà, va bene sentirsi in dovere di ringraziarlo. Tutto giusto. Ma vogliamo anche un po’ di bene al Signore? Il pensiero di Dio ci commuove, ci stupisce, ci intenerisce?». «Riusciamo a pensare Dio come la carezza che ci tiene in vita, prima della quale non c’è nulla? Una carezza dalla quale niente, neppure la morte, ci può distaccare? Oppure lo pensiamo soltanto come il grande Essere, l’Onnipotente che ha fatto ogni cosa, il Giudice che controlla ogni azione? Tutto vero, naturalmente. Ma solo quando Dio è l’affetto di tutti i nostri affetti, il significato di queste parole diventa pieno».