Non è vero che Dio sceglie i santi o i peggiori peccatori al solo fine di mostrare la sua potenza. No, Dio sceglie chi vuole, come vuole e quando vuole, anche le persone più normali e magari pure tiepide. E lo fa solo per rivelare all’uomo il suo amore. Il resto è una conseguenza, per enorme che sia, in cui questa predilezione si ripete.
A dimostrarlo è la storia (raccontata nel libro Sei mesi di vita, edito da Ares) di uno dei miracoli più grandi e dagli effetti più dirompenti avvenuti a Medjugorje tramite la potente intercessione della Madre di Dio, che da 35 anni appare ai veggenti del paesino bosniaco. La guarigione di Arthur P. Boyle, ormai in fin di vita a causa di un tumore, avvenne nel 2000 riconducendolo a una fede autentica, vissuta fino a quel momento come un’abitudine domenicale senza alcuna incidenza sulla vita. Arthur si sposa, infatti, con sua moglie Judy quando entrambi sono giovanissimi.
Lui cattolico per tradizione è un uomo generosissimo, disposto al sacrificio, tanto da seguire lamoglie, profondamente religiosa, nel servizio in parrocchia, senza però aver mai coltivato «nessun rapporto personale con Dio». La vita familiare procede normalmente finché non viene scossa dalla scoperta dell’autismo del secondogenito. Dopo l’inziale spaesamento, Arthur riesce a reagire e procedere con le sue forze, così come farà alla morte dell’ottavo figlio neonato nel 1986. Ma, solo tre anni dopo, il padre di famiglia si ammala di carcinoma alle cellule renali. E il responso del medico è che «una cura non esiste». L’unica possibilità è la via chirurgica.
Di fronte all’ipotesi della scomparsa del marito persino Judy, con otto figli sulle spalle (nel frattempo era nato il nono), vacilla: «Anche per lei la preghiera sarebbe venuta dopo. Non subito. Non quella sera». Eppure, di fronte alla diagnosi nefasta, resta l’unica cosa rimasta. La famiglia Boyle comincia quindi a pregare, chiedendo a tutti i parenti, gli amici e i conoscenti di fare altrettanto. Intanto Judy incontra un sacerdote carismatico con doni di guarigione particolari nella cui chiesa affollata di persone porta il marito, ormai quasi senza forze, ma che «per la prima volta in vita mia pregai con il cuore. Mi lasciai andare completamente e consegnai tutto il mio dolore a Dio. E in quel momento ebbi la sensazione di essere colpito».