altLa GMG di Cracovia, vissuta nel cuore della vecchia Europa, vicina al polmone orientale della cristianità, si è chiusa stamattina con l’omelia pronunciata da Papa Francesco al Campus Misericordiae

Questi giorni polacchi sono stati «una ossigenazione spirituale», ha ricordato lo stesso Francesco nell’Angelus che ha seguito la celebrazione eucaristica. Un oasi in questi giorni tormentati dalla piaga del terrorismo di matrice islamica che a Nizza, subito prima della GMG, ha macellato il sacerdote cattolico Padre Jacques Hamel.

Un’“ossigenazione spirituale”, ha detto il Papa rivolto alle migliaia di ragazzi presenti, «perché possiate vivere e camminare nella misericordia una volta ritornati ai vostri Paesi e alle vostre comunità». La misericordia, tema di questi giorni di GMG e tema di un papato. Cifra costante e martellante di un Papa che risponde così al terrorismo che, lo ha ribadito più volte, sollevando anche perplessità, non va confuso con una guerra di religione. In tutto questo il Papa ha ricordato ai ragazzi in più di un occasione che erano lì per dare una risposta di senso alla loro esistenza, una risposta al male, una risposta di pienezza: Gesù Cristo. Su questo tema fondamentale anche l’omelia finale: una omiletica 2.0 quella di Papa Francesco, con sms, chat, dischi rigidi e pure il doping. L’occasione è stata data dal Vangelo dell’incontro tra Gesù e Zaccheo, l’uomo di Gerico, pubblicano di mestiere, che s’arrampicò su un albero per vedere il Maestro. Lui che era basso di statura.