Quale ruolo riveste la memoria nella vita dell’uomo? «Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla – ora soltanto – per la prima volta» scrive Cesare Pavese nel Mestiere di vivere, diario di riflessioni  esistenziali  e culturali.

Una dimensione autenticamente umana anela a salvare tutto quanto ci è accaduto, come  esperienze, incontri, persone care, anche se è ben conscia  che la salvezza e la redenzione del precario e del passeggero fino «ad ogni capello del nostro capo» non  possono derivare da noi, ma possono  provenire solo dal di fuori, da qualcosa di infinitamente più grande della nostra miseria. Questa consapevolezza non elimina la nostra aspirazione a conservare, a trattenere, a dipanare il filo della memoria, a mantenere l’impressione dell’immagine tremula che è venuta alla luce dal pozzo (Cigola lacarrucola nel pozzo, di Eugenio Montale). La memoria, il ricordo sono parte dell’umana aspirazione all’eternità, come si può constatare nei Sepolcri, carme che è vero e proprio monumento (nel senso etimologico del termine) della civiltà e di quella «corrispondenza d’amorosi sensi» che lega gli umani tra loro, anche con coloro che sono già  defunti.