Ne Il fu Mattia Pascal più volte si riflette sull’uomo, sulla sua diversità dalle bestie, sull’esistenza dell’anima, sulla differenza tra antichità e modernità, sull’avvento del relativismo nel clima culturale contemporaneo.
Assunta la nuova identità di Adriano Meis, Mattia Pascal ha affittato una camera presso Anselmo Paleari. In un monologo interessantissimo il logorroico Paleari declama: «La Natura ha faticato migliaja, migliaja e migliaja di secoli per salire questi cinque gradini, dal verme all’uomo; s’è dovuta evolvere, è vero? questa materia per raggiungere come forma e come sostanza questo quinto gradino, per diventare questa bestia che ruba, questa bestia che uccide, questa bestia bugiarda, ma che pure è capace di scrivere la Divina Commedia […] e di sacrificarsi come ha fatto sua madre e mia madre; e tutt’a un tratto, pàffete, torna zero? C’è logica? Ma diventerà verme il mio naso, il mio piede, non l’anima mia, per bacco!».