Non ancora quarantenne, Petrarca è incoronato poeta in Campidoglio nel 1341 e viene riconosciuto come il maggior poeta vivente, ambito dalle corti e dai regnanti di mezza Europa. Nel 1347 Petrarca scende in Italia per supportare l’amico Cola di Rienzo, che insorge a Roma, appoggiato dal popolo, nel tentativo di restaurare una Repubblica popolare. Fallita l’insurrezione, il poeta ritorna ad Avignone.
Intanto, nel 1348 lo scenario europeo è attraversato dalla peste nera che semina panico e morte. Muoiono molti amici di Petrarca. Il 6 aprile dello stesso anno anche Laura muore, ancor giovane. Petrarca apprenderà la notizia che segnerà tante sue opere e anche la produzione in volgare: parte del Canzoniere è concepita dopo il triste evento così come pure la seconda opera in volgare, I trionfi, è scritta nella prospettiva dell’eternità che sconfigge la morte e il passaggio del tempo. Nel 1350 Petrarca conosce Giovanni Boccaccio a Firenze. Nasce tra i due grandi scrittori un rapporto di amicizia che prosegue soprattutto tramite il canale epistolare e in secondo ordine attraverso sporadici incontri. Affascinato dalla cultura classica di Petrarca, Boccaccio si dedica sempre più allo studio delle lettere classiche e alla scrittura in latino.