altA Valchiusa deve essere avvenuto un incontro particolarmente significativo di Petrarca con Laura, ricordato nei componimenti come se fosse importante quasi come il primo incontro con lei avvenuto in chiesa il venerdì santo.

Nella canzone CXXVI, la più nota del Canzoniere, conosciuta come Chiare fresche e dolci acque, Petrarca apostrofa diversi elementi della natura: il fiume Sorga, un albero a cui si è appoggiata Laura, le erbe e i fiori che ricoprirono la veste dell’amata, l’aria serena in cui la donna gli è apparsa. Sono le uniche presenze che possono ascoltare lo sfogo e il dolore del poeta che si immagina in punto di morte. Una volta ancora, Petrarca indulge al solipsismo ed esprime il sentimento di solitudine dinanzi all’assenza di Laura.

            Lungi dal descrivere in tono realistico i luoghi in cui gli è apparsa Laura, il poeta si avvale di aggettivi esornativi che abbelliscono la natura e rivelano tutto l’affetto che il poeta prova per quanto è entrato in contatto con l’amata. Così, la acque sono «chiare fresche et dolci» perché Laura vi ha fatto il bagno, il ramo è gentile, perché ha concesso alla donna di appoggiarvisi, l’aria è sacra, perché Laura gli è apparsa facendolo innamorare di sé coi suoi begli occhi. Il poeta chiede di ascoltare le ultime parole che esclamerà prima di morire.

            Petrarca chiede agli elementi della natura di accogliere il suo corpo quando sarà morto e di ricoprirlo in modo da concedergli sepoltura. «La morte fia men cruda» per il poeta se lui potrà portare questa speranza in punto di morte.