Il ritorno allo stato di natura, teorizzato come panacea ai mali della società in cui si vive, diventa un’ideologia, un sistema costruito a tavolino partendo da uno sguardo non realista su un animo umano che è portato per natura a desiderare una felicità infinita e, nel contempo, per il peccato originale a vacillare, a sbagliare, a confondere il vero bene con i piccoli  beni, ad affermare sé.  Questo tipo di ideologia trova un terreno fertile laddove il clima culturale manifesta un odio alla propria tradizione, al cristianesimo: è un’ideologia tipicamente occidentale.

È bene notare che qui il termine “ideologia” non viene utilizzato nell’accezione neutra di Weltanschauung che spesso si incontra nei testi scritti o nelle discussioni, ovvero di visione del mondo o pensiero di un autore o personaggio. La parola è qui utilizzata nell’accezione negativa di pensiero o sistema di pensiero pregiudiziale, senza un fondamento di verifica nella realtà. Quindi, lo sguardo ideologico è quella modalità di trattare il reale  non partendo dall’osservazione e dal desiderio di conoscenza dello stesso, bensì dall’idea preconcetta che si può già avere. Nelle Riflessioni sulla condotta della vita il premio Nobel per la medicina Alexis Carrell  scrive :

 “Poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore. Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità”.

 Ognuno di noi individualmente può essere animato da uno sguardo ideologico. Esistono, però, poi, delle ideologie collettive ovvero dei sistemi di pensiero che, dimentichi degli abissi di male cui può pervenire l’uomo, propongono una visione positiva della storia e del mondo, dimenticando, però, la persona.