Per il beato Àlvaro del Portillo seguire il fondatore ha sempre significato seguire Gesù Cristo in seno alla Chiesa
Due sono le ricorrenze importanti quest’anno per l’Opus Dei: i cent’anni dalla nascita di mons. Àlvaro del Portillo e la sua beatificazione il 27 settembre.
Javier Medina Bayo (1950), che ha vissuto accanto a mons. Àlvaro dal 1970 alla morte, ha ripercorso in un’ampia e ben documentata biografia, la vita del primo successore di san Josemarìa alla guida dell’Opus Dei. Si intitola Àlvaro del Portillo (edizioni Ares).
Incorporatosi all’Opus Dei nel 1936, Àlvaro riceve l’ordinazione sacerdotale nel 1944. Figura fuori dal comune si è laureato in Ingegneria civile, in Lettere e Filosofia (specialista in Storia) e in Diritto canonico. È segretario generale dell’Opus Dei fino al 1975, quando diventa Presidente generale, alla morte del fondatore. Come successore di Josemarìa provvede al completamento dell’itinerario giuridico dell’Opus Dei ovvero la sua «configurazione come prelatura personale di àmbito universale» secondo le disposizioni del fondatore. Sempre sotto la sua guida Josemarìa viene beatificato, vengono ordinati ottocento sacerdoti dell’Opera e aperti ospedali e università in molti Paesi. Mons. Àlvaro diviene prima consultore della sacra Congregazione per le cause dei santi (1982), poi consultore della Pontificia commissione per le comunicazioni sociali (1984) e, infine, è consacrato vescovo (nel 1991, per le mani di Giovanni Paolo II).