FRANCESCO PAOLO CASAVOLA

Sotto l’incipit del Salmo 8,4-7, “Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,e il figlio dell’uomo, perché te ne curi? Davvero l’hai fatto poco meno di un Dio, di gloria e di onore lo hai coronato. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i tuoi piedi”, Giovanni Fighera inizia il lungo cammino della sua ricerca. Dapprima raccoglie dati sul modello di uomo ideale nell’epoca contemporanea, che ha perduto ogni certezza intorno a Dio fino a farne a meno, poi descrive il carcere cui abbiamo ridotto la realtà, per cadere nella solitudine delle nostre vite. La constatazione di Michel de Montaigne che tutto quello che è sotto il cielo è sottoposto ad una legge e ad una sorte uguale conduce a considerare il ritorno dell’uomo – scimmia. E da questa riduzione animalistica deriva l’uomo – macchina. Dal materialismo dunque al positivismo più radicale. Ma ecco a questo punto il monologo pirandelliano del fu Mattia Pascal: “La natura ha faticato migliaia, migliaia e migliaia di secoli per salire questi cinque gradini dal verme all’uomo; s’è dovuta evolvere è vero? Questa materia per raggiungere come forma e come sostanza questo quinto gradino, per diventare questa bestia che ruba, questa bestia che uccide, questa bestia bugiarda, ma che pure è capace di scrivere la “Divina Commedia” (…) e di sacrificarci come ha fatto sua madre, mia madre; e tutt’a un tratto, paffete, torna zero? C’è logica? Ma diventerà verme il mio naso, il mio piede, non l’anima mia, per bacco”. La serie dei capitoli sull’homo oeconomicus, l’homo sapiens technologicus, gli antieroi e superuomini esaurisce l’anima e l’uso della ragione e vive l’età dei patriarchi e degli eroi. Ebrei, greci e romani la strutturano con la loro profonda religiosità e potente razionalità. Poi il Medioevo con l’endiadi uomo peccatore Chiesa salvifica.

L’uomo moderno nasce con lo spirito dell’individualismo, l’illuminismo che attacca la tradizione poi con la solitudine dell’eroe romantico. L’uomo nelle epoche delle ideologie conclude questa seconda parte e conduce alla terza intitolata ripartire dall’umano, e articolata in sentimenti e stati d’animo quali il Desiderio, lo Stupore, l’Amore, Appartenenza e Responsabilità. La quarta parte tratta dalla speranza nel terzo millennio e ha per tappe un nuovo umanesimo, missione, cultura, politica e persona.