A corte vivono spesso gli artisti dell’epoca che trovano nel signore la figura del mecenate che dà loro ospitalità e che commissiona le opere. A corte vivono i cortigiani, istruiti e à la page, capaci di dare accoglienza e di parlare, a conoscenza di tutte le norme del galateo, dotati di misura, di grazia e di moderazione. Interessante è notare che proprio nel Cinquecento vengono scritti trattati come il Galateo di Giovanni della Casa (1503-1556) e il Cortegiano di Baldassarre Castiglione (1478-1529) che esaltano le buone maniere, la facondia e l’eleganza nel portamento. Nel governo della città collaborano spesso in maniera attiva gli umanisti, dotati di cultura e di perizia retorica. Si pensi, a titolo di esempio, alle figure di Leonardo Bruni, di Coluccio Salutati e di Poggio Bracciolini che saranno attivi nella politica fiorentina.
Modelli di uomini ideali nel Rinascimento
Umanisti e artisti, principi e cortigiani, filosofi e condottieri di ventura sono in un certo senso i modelli di uomini ideali del Rinascimento.
L’uomo ideale del Medioevo, il cavaliere, il monaco, il santo, è sostituito dalla figura dell’homo divus, colui che si afferma in un campo, da quello artistico a quello pericoloso del mestiere delle armi. Il condottiero di ventura, di cui esempi illustri sono il Gattamelata (1370-1443), Francesco Sforza che diventa signore di Milano o il mediceo Giovanni dalle Bande Nere, combatte per la propria fama e per i lauti guadagni e sostituisce nell’immaginario collettivo ideale la figura medioevale del cavaliere. Il geniale Leonardo da Vinci (1452-1519), che è pittore, ingegnere, architetto, matematico, inventore, mette al servizio del signore di Milano Ludovico il Moro tutta la sua perizia fruibile sia in tempo di pace che di guerra. Leonardo rappresenta un altro esempio di «grande» del tempo.A loro saranno dedicati tanti trattati e tante biografie, che sostituiscono le agiografie medioevali.