TIPOLOGIA B. ARTICOLO DI GIORNALE O SAGGIO BREVE
Sviluppa l’argomento scelto o in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti. Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi. Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi che l’articolo debba essere pubblicato. Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.
AMBITO ARTISTICO-LETTERARIO. La funzione e il valore della memoria
Documenti.
- a) «Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla – ora soltanto – per la prima volta» (Pavese, Il mestiere di vivere).
- b) Dante ha scritto la Commedia per «condurre gli uomini, finché sono in vita, dalla condizione di infelicità dovuta al peccato allo stato di felicità» (Epistola XIII indirizzata assieme alla terza cantica a Cangrande della Scala).
- c) «Il bisogno di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi, aveva assunto fra noi, prima della liberazione e dopo, il carattere di un impulso immediato e violento, tanto da rivaleggiare con gli altri bisogni elementari: il libro è stato scritto per soddisfare a questo bisogno; in primo luogo a scopo di liberazione interiore. Di qui il suo carattere frammentario: i capitoli sono stati scritti non in successione logica, ma per ordine di urgenza […]. Mi pare superfluo aggiungere che nessuno dei fatti è inventato» (Primo Levi, prefazione a Se questo è un uomo).
d) «Se mi avanzano dieci minuti tra la sveglia e il lavoro, voglio dedicarli ad altro, a chiudermi in me stesso, a tirare le somme, o magari a guardare il cielo e a pensare che lo vedo forse per l’ultima volta; o anche solo a lasciarmi vivere, a concedermi il lusso di un minuscolo ozio». Levi si ribella: «Il lager è una grande macchina per ridurci a bestie, noi bestie non dobbiamo diventare […]. Siamo schiavi, privi di ogni diritto, esposti ad ogni offesa, ma […] una facoltà ci è rimasta, e dobbiamo difenderla con ogni vigore perché è l’ultima: la facoltà di negare il nostro assenso» (Primo Levi, Se questo è un uomo)