Risultati immagini per MAZZARò LA ROBAQuando l’uomo viene ridotto alla sola materia, il principio economico diventa idolo assoluto. È necessario premettere che intendiamo qui il termine «economico» proprio nella sua accezione di «pertinente alla economia», ovvero alla soddisfazione di bisogni materiali illimitati con beni che sono invece limitati. Quando affermiamo che il principio economico è diventato un idolo, intendiamo dire che qualsiasi bisogno materiale viene assunto come esigenza imprescindibile per l’uomo, da soddisfare ad ogni costo. Diventa, cioè, diritto e in quanto tale deve essere rispettato, anche a costo di utilizzare mezzi non propriamente buoni. Nel contempo, qualsiasi desiderio umano può diventare bisogno da soddisfare e, quindi, diritto. Nasce la società in cui si godono solo dei diritti e mancano i doveri e le responsabilità. In una cultura siffatta è anche facile indurre bisogni che, in realtà, non siano tali.

Il sistema di potere (non solo politico, ma anche economico) controlla, gestisce e sfrutta più facilmente uomini che non siano coscienti del proprio cuore e, quindi, della propria domanda di verità e di felicità infinita. Scrive Taylor in Il disagio della modernità: «Una volta che la società non ha più una struttura sacra, una volta che gli assetti sociali e i modi d’azione non sono più fondati sull’ordine delle cose o sulla volontà di Dio, essi sono, in certo senso, del primo che allunga la mano per impossessarsene. Diventa possibile rimodellarli e con essi le loro conseguenze per la felicità e il benessere degli individui. D’ora in avanti, il metro è quello della ragione strumentale». Coscienze, leggi, istruzione, la stessa educazione possono divenire lo specchio di un sistema economico, più che rivelatrici di una cultura che, nata dall’umano, cerca di rispondere alle domande dell’uomo. Taylor aggiunge: «C’è anche la diffusa e  sgradevole sensazione che la ragione strumentale non solo abbia allargato il suo raggio, ma minacci d’impadronirsi delle nostre vite. Il timore è che cose che dovrebbero essere determinate da criteri diversi vengano decise in termini di efficienza o di analisi costi-benefici». Così l’efficientismo diviene uno dei miti del secolo scorso, propugnato dalla filosofia dell’americano John Dewey (1859-1952). L’efficienza diventa il fine di tutto, da perseguire ad ogni costo e sul cui altare immolare tante vittime sacrificali. Un’efficienza che non è mezzo, ma fine annienta l’umano e fa apparire la civiltà composta da ingranaggi di un meccanismo deterministico. Taylor scrive: «Il primato della ragione strumentale è evidente anche nel prestigio e nell’aura che circondano la tecnologia e che ci inducono a credere che dobbiamo cercare soluzioni tecnologiche anche quando quel che ci occorre è in realtà qualcosa di molto diverso».