L’uomo contemporaneo vive una profonda crisi. Abbiamo tratteggiato i contorni della cultura odierna riconoscendone come caratteri dominanti materialismo, scientismo, relativismo, individualismo, cultura del possesso, mito della tecnica e dell’accesso rapido ai servizi. L’uomo ha oggi perso di vista il percorso di consapevolezza di sé che l’umanità ha acquisito durante i secoli, un cammino graduale che ha caratterizzato la storia dei popoli, del pensiero e della filosofia.
Ogni epoca ha avuto i suoi personaggi, mitici o storici, che sono diventati rappresentativi di un popolo, dei suoi valori e delle sue tradizioni. Gilgamesh, Ulisse, Abramo, Mosè, Enea, Perceval, san Francesco, Orlando, Gargantua, Candido, Emilio, Ortis e Faust sono una manifestazione della cultura di un popolo o di un secolo, incarnano la visione del mondo, il punto di riferimento ideale o alcune tendenze di cultura che si affermeranno negli anni successivi.
La cultura greca ha avuto un ruolo determinante nell’evoluzione della coscienza dell’uomo. La filosofia e l’arte greche occupano uno spazio di prim’ordine per la crescita della cultura occidentale successiva. Addirittura, «la filosofia, sia come termine sia come concetto, è considerata dalla quasi totalità degli studiosi come una creazione propria del genio dei Greci. […] un fenomeno così nuovo, che non solo non ha un corrispettivo preciso presso gli altri popoli, ma che non ha nemmeno qualcosa di strettamente e di specificatamente analogo» (Reale-Antiseri). Qual è la novità di questa disciplina? «Per quanto concerne il contenuto, la filosofia vuole spiegare la totalità delle cose, ossia tutta quanta la realtà, senza esclusioni di parti e di momenti. […] Per quanto concerne il metodo, la filosofia mira ad essere spiegazione puramente razionale di quella totalità che ha come oggetto. Ciò che vale in filosofia è l’argomento di ragione, la motivazione logica, il logos. […] Lo scopo o il fine della filosofia […] sta nel puro desiderio di conoscere e di contemplare la verità» (Reale-Antiseri). Proprio grazie alla filosofia la civiltà occidentale prese «una direzione completamente differente rispetto a quella orientale» e «gli Orientali, allorché vollero beneficiare della scienza occidentale e dei suoi risultati, hanno dovuto far proprie alcune categorie della logica occidentale. Infatti la scienza non è possibile in ogni cultura. Esistono idee che rendono strutturalmente impossibile il nascere e lo sviluppo di determinate concezioni, e addirittura idee che proibiscono l’intera scienza nel suo complesso. […] È stata la filosofia, in funzione delle sue categorie razionali, a rendere possibile la nascita della scienza e, in un certo senso, a generarla» (Reale-Antiseri).