La vita è perenne attesa di un compimento e il genio di Leopardi ha saputo cogliere nell’animo umano questo incessante e insopprimibile desiderio di senso e realizzazione. Pubblichiamo il sesto capitolo del libro Che cos’è dunque la felicità, mio caro amico? di Giovanni Fighera (qui il suo blog su tempi.it). Il volume, già uscito nel 2008, è stato rieditato dalla casa editrice Ares. Qui trovate la prefazione di monsignor Luigi Negri e alcuni capitoli.
Nel “Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere” di Leopardi il venditore cerca di diffondere gli almanacchi con l’auspicio di un anno bello. Il passeggere con un’ironia sottile, che ne fa lo specchio di Leopardi, allora incalza il suo interlocutore con una serie di domande miranti a demistificare l’ottimismo irragionevole, cioè senza ragioni fondate, dell’altro. Il venditore si rende conto che lui, come tutti gli altri, vorrebbe un anno diverso da tutti quelli che ha vissuto fino a quel momento, migliore degli ultimi vent’anni che si ricorda e che se dovesse tornare indietro per vivere la stessa vita che ha vissuto non vorrebbe. Vorrebbe rinascere, ma solo per vivere una vita diversa da quella che ha vissuto. Allora il passeggere fa riflettere il venditore sul fatto che noi diamo per scontato che la vita sia una cosa bella senza chiederci i motivi.
“PASSEGGERE A quale di codesti vent’anni vorreste che somigliasse l’anno venturo?
VENDITORE Io? non saprei.
PASSEGGERE Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
VENDITORE No in verità, illustrissimo.
PASSEGGERE E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
VENDITORE Codesto si sa.
PASSEGGERE Non tornereste voi a vivere codesti vent’anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
VENDITORE Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
PASSEGGERE Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
VENDITORE Cotesto non vorrei.
PASSEGGERE Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch’ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l’appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?”.