La tradizione della Chiesa ha da sempre riconosciuto nella Madonna la nostra avvocata e mediatrice presso il Figlio Gesù. La Madre, infatti, porta al Figlio e ce lo indica come unica via alla salvezza. Un fedele culto mariano non può che indirizzare a Colui che è «la via, la verità e la vita».
Una vastissima produzione artistica e letteraria ha consacrato a chiare lettere, nel corso dei secoli, quella bellezza che tutta la tradizione cattolica ha fin da subito riconosciuto alla Madonna, la Madre di Dio. Una incursione nel territorio della letteratura alta ci permette di rilevare come nel corso del Medioevo la devozione mariana sia centrale e diffusa nel popolo dei credenti come in quello degli intellettuali e dei letterati. Con l’avvento dell’Umanesimo e del Rinascimento prima e della Modernità poi, invece, si crea una frattura tra il popolo che continua ad essere devoto alla Madre di Dio e il mondo dei letterati che in rarissimi casi le dedicano componimenti. Questa spaccatura è ancor più evidente se si pensa che tutte le tre principali opere letterarie dell’Europa del Trecento, scritte da fiorentini, la Divina Commedia, il Canzoniere, il Decameron, si concludono idealmente con una preghiera alla Vergine (nei primi due casi) o con una chiara allusione a Lei (nel capolavoro del Boccaccio).