Ma cosa guardano in noi i nostri figli? Genitori in discussione e perché no, papà in prima fila. Con “Sei forte papà”, l’associazione culturale Felicita Merati propone per domani alle 15.30 al centro parrocchiale don Rainaldo Grassi, un incontro con Giovanni Fighera, insegnante, giornalista, blogger in ‘La ragione del Cuore’, appassionato di cinema e catechista.
«I nostri figli guardano quello che guardiamo noi, capiscono bene dov’è il nostro tesoro, cioè a cosa davvero teniamo, i nostri valori, le ragioni per cui fatichiamo. Per questo la prima vera educazione del genitore non è un’azione rivolta verso il figlio, ma verso se stesso. È il genitore che deve camminare, crescere, educarsi».
Una conversazione che non mancherà di testimonianze concrete sulla base della sua esperienza di professore, ma soprattutto di genitore: «Non so come si possano educare i figli non stando con loro o standoci poco» e non mancheranno neanche i grandi autori classici e moderni a cui spesso Fighera si appella nei suoi interventi pubblici sull’educazione. Mediatore dell’incontro, Nerella Buggio, che guiderà alla riflessione e alla lettura della crisi educativa sempre più attuale. «La difficoltà maggiore per i genitori di oggi – sottolinea Fighera – è la cultura relativistica, materialistica, edonistica in cui viviamo che ci porta ad assopire le nostre domande e quelle dei figli, a bombardare i figli di opportunità suscitando in loro dei bisogni indotti e a non offrire loro l’essenziale».
Ecco quindi la ricerca della bellezza, come giusta strada perché i ragazzi si mettano in cammino. «Perché i ragazzi non siano distratti, è indispensabile che siano attratti e solo la bellezza ha il potere di avvincere e conquistare: quella bellezza che è, al contempo, bontà».
Da sant’Ignazio di Antiochia che scrive “Si educa bene con quel che si dice, meglio con quel che si fa, ancor meglio con quel che si è!” a Sant’Ambrogio che invita a non desiderare che i figli realizzino i sogni propri dei genitori fino ad arrivare ad una semplice domanda capace di aprire il cuore e la voglia di raccontarsi e condividere: “Cosa è successo di bello oggi?”. (pubblicato su “Il cittadino” del 23-3-2019) A.Q.