L’umanità, non la singola persona, il mondo, non la patria, l’uguaglianza, la fraternità e l’uguaglianza, non la carnalità di Cristo, l’astrattezza, non la concretezza della realtà in tutta la sua fragilità, i buoni sentimenti e i valori, non la compagnia pur peccatrice della chiesa: questi sono solo alcuni aspetti della cultura illuministica come si sviluppa nella Francia del diciottesimo secolo. Grandi valori e idealità, frutto dello sviluppo della cultura cristiana, vengono sradicati dall’evento cristiano che li ha generati e che continua a generarli. L’esito è che l’uomo, dimentico del Padre e della tradizione consegnatagli, si convince di aver introdotto lui quei valori, si erge così a nuovo creatore di una civiltà più giusta. La Rivoluzione francese mostrerà che l’uomo che si crede giusto e non giustificato da Cristo, il figlio che dimentica il padre non può che violentare la realtà. Sradicare la pianta dalle radici comporta solo inizialmente la convinzione di essersi separati dal terreno cattivo, ma ben presto, non più nutrita nel suolo in cui è sempre stata e non piantumata in un nuovo terreno, la pianta muore. L’Illuminismo francese non ha un luogo nuovo in cui radicare la sua cultura, taglia i ponti con la tradizione per costruire tutto il sapere ex nihilo.

Eppure sono sempre circolati e continuano a circolare sui libri di scuola e sui saggi tanti luoghi comuni sull’Illuminismo che tendono a presentarlo come una fucina, un laboratorio dei valori più importanti della Modernità. Un esempio su tutti è la tolleranza, di cui si sarebbe reso interprete il Settecento francese, al contrario di un Medioevo intollerante ed oscurantista. Corifeo di questa battaglia sulla tolleranza sarebbe quel Voltaire di cui viene sbandierato il motto: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma sono pronto a dare la mia vita perché tu possa dirlo». Iniziamo subito a dire che la frase venne inventata nel 1906 da Evelyne B. Hall. In realtà nella lettera del 23 giugno 1760, indirizzata a D’Alembert, l’autore del Trattato sulla tolleranza scrive che Écrasez l’Infâme ovvero «schiacciare l’infame» è «la questione più importante […], il più grande servizio che si possa rendere al genere umano». «Schiacciare l’Infame» ovvero eliminare il cristiano diventerà il sigillo con cui Voltaire concluderà molte delle sue lettere. La Rivoluzione francese con i massacri perpetrati contro i cristiani della Vandea diventerà l’espressione più chiara del desiderio di sradicare l’esperienza cristiana incarnata nel popolo.