altCarissimi ragazzi,

vi vogliamo salutare con affetto ad uno ad uno, personalmente, ricordando anche tutti quei compagni che hanno percorso con noi un tragitto più o meno breve dell’avventura scolastica e che ora, però, non festeggiano il conseguimento del diploma. […]

L’affascinante avventura di noi insegnanti comprende da un lato la sorpresa di veder crescere, divenir grandi e pronti per nuove strade ragazzi che fino a pochi anni prima erano magari impauriti e pieni di dubbi, dall’altra la necessaria sfida di scommettere sui ragazzi, di scorgere il punto luminoso che c’è in ciascuno di loro e il loro insopprimibile desiderio di realizzarsi.

Cosa ricordiamo di questi anni trascorsi insieme? Cosa portiamo con noi?

Le emozioni, alcuni momenti forti e belli della vita, senz’altro. Momenti belli e sorprendenti, come ad esempio le gite a Urbino, a Carpegna, a Firenze, in Sicilia, al CERN, la cena dei cento giorni, le settimane trepidanti di preparazione dell’Accademia di Natale e tanti altri momenti di gioia e di condivisione. Ma anche momenti più drammatici e carichi di tensione, come in quest’ultimo mese per gli esami.

Il rischio è, però, quello di partire solo dalle emozioni provate, magari dalle rabbie e dagli entusiasmi per gli esiti ottenuti nelle prove finali. Nel film Notte prima degli esami un professore afferma che «l’importante non è cosa troveremo alla fine del percorso, ma le emozioni forti con cui avremo vissuto», frase ad effetto che di solito cattura ed avvince i giovani, ma che è molto distante dalla realtà e dalla vita. Le emozioni non costruiscono, ma sono portate via dal vento nel susseguirsi degli istanti. I sentimenti e i desideri costruiscono; è dai desideri custoditi nel cuore che si costruiscono le grandi imprese, gli imperi, è dai desideri e dai sogni del bambino che diventa adulto che iniziano a prendere forma le immaginazioni dell’anima.