Nel quinto cielo di Marte Dante incontra le anime combattenti per la fede. Tra queste l’attenzione principale è dedicata al trisavolo del poeta, Cacciaguida, che meritò il titolo di cavaliere dall’Imperatore Corrado III per aver partecipato alla seconda Crociata (1147-1149). La data oggi è più accreditata per la sua nascita è il 1091, mentre probabilmente la morte avvenne nel 1148. L’omaggio al trisavolo è anche un tributo alla propria casata oltre che la celebrazione di chi non ha esitato a combattere in nome della verità.
L’incontro con Cacciaguida si dispiega per quattro canti (dal XV al XVIII). Il momento saliente del colloquio del poeta con l’antenato avviene nel canto diciassettesimo, esattamente al centro del Paradiso. Proprio qui Dante affronta il tema della vocazione, della missione e della testimonianza della verità, questioni che, evidentemente, il fiorentino reputa come decisive nella vita. Ed è ancora in questi versi che al poeta viene profetato l’esilio. Già all’Inferno più volte gli era stato anticipato che i suoi concittadini avrebbero preso provvedimenti nocivi nei suoi confronti. Ricordiamo tutti quanto Farinata degli Uberti gli aveva profetato durante l’animosa tenzone che l’aveva visto contrapposto al nobile concittadino.