altEccellenza Reverendissima,

a nome del Santo Padre Francesco e mio personale, rivolgo un cordiale saluto a Lei, agli organizzatori e ai partecipanti al XXXVI Meeting per l’amicizia fra i popoli.

La suggestiva e poetica espressione scelta come tema di quest’anno – “Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno? (Mario Luzi) – pone l’accento sul “cuore” che è in ciascuno di noi, e che san’Agostino ha descritto come “cuore inquieto”, che mai si accontenta e ricerca qualcosa all’altezza della sua attesa. È una ricerca che si esprime in domande sul significato della vita e della morte, sull’amore, sul lavoro, sulla giustizia e sulla felicità.

Ma per essere degni di trovare una risposta occorre considerare in modo serio la propria umanità, coltivando sempre questa sana inquietudine. In tale impegno – ci dice Papa Francesco – «è possibile ricorrere semplicemente a qualche esperienza umana frequente, come la gioia di un nuovo incontro, le delusioni, la paura della solitudine, la compassione per il dolore altrui, l’insicurezza davanti al futuro, la preoccupazione per una persona cara (Esort. ap. Evangelii gaudium, 155).