
A che serve il Latino? Quanti lo difendono sono soliti addurre la motivazione che lo studio del Latino insegna a ragionare. Almeno, questa è la risposta della maggior parte dei docenti per giustificare l’apprendimento di una materia antica e morta. Chiaro che la motivazione non regge e i ragazzi comprendono l’inadeguatezza della risposta. Perché non imparare a ragionare con altri metodi meno faticosi, più allettanti? Anche la settimana enigmistica può insegnare a ragionare, anche la Filosofia, anche una dimostrazione di matematica, anche un testo di narrativa o una poesia, un quadro, una musica. Perché dunque faticare così tanto nel 2012 ancora sul Latino?
Vorrei partire dalla esperienza quotidiana. Ogni persona sperimenta, infatti, l’efficacia del rapporto affettivo nel fenomeno conoscitivo. Soltanto quando sei colpito da qualcuno o sei affascinato da lui o inizi a volergli bene allora scopri una parte di realtà fino ad allora sconosciuta e il rapporto diventa metodo, strada, chiave di accesso, finestra sulla realtà.