
Sulle pagine dei quotidiani di questi giorni campeggiano articoli sulla crisi economica, sulle borse, sullo spread. Pochissimo spazio è stato dedicato all’evento della nascita di Gesù. I nuovi santoni dell’economia e della finanza, gli esperti della crisi, i profeti del futuro prossimo e lontano sono gli uomini più citati, i più intervistati. Sono i corifei della nuova bandiera che porta sul campo verde il simbolo del dollaro o su campo azzurro quello dell’euro. Nei discorsi delle persone domina lo scetticismo, come se dall’anno venturo non potessimo attenderci nulla di buono. Le previsioni sono già state fatte dagli esperti, quindi, cosa dovremmo aspettarci? Purtroppo, questa forma di pensiero è diffusa ovunque, anche tra quanti si sono sempre ritenuti e si ritengono credenti. La crisi è, dunque, l’occasione di verificare la nostra fede, di capire su cosa poggi davvero. Quando l’uomo non dipende dal Mistero e da Dio, diventa schiavo dei sistemi di potere e delle ideologie. Nella grotta di Betlemme non c’è più posto per il Bambino Gesù. Da quale nuovo salvatore ci attenderemo, dunque, la risoluzione della crisi?
In questo XXI secolo in cui sembrano tramontate tutte le certezze e tutte le ideologie politiche, si può dire che sia davvero finita l’epoca delle ideologie? L’animo umano è fatto per l’infinito e per l’appartenenza, non per l’individualismo e per la solitudine. Per questo motivo, il «deserto» del mondo d’oggi, deprivato di un senso e di un Creatore, sempre più è invaso da ideologie che hanno la presunzione di costruire la nuova città, di creare l’oasi, di fondare il mondo nuovo sulle ceneri del vecchio, che avrebbe palesato tutta la propria insufficienza. Che si chiamino scientismo, relativismo, progressismo o ecologismo le nuove ideologie mostrano sempre la medesima presunzione che l’uomo possa prendere il posto non più occupato da Dio e finalmente, lontano da ancestrali fantasie religiose e superstiziose, realizzare il mondo giusto, equo, fondato sul diritto e su una morale al passo con i tempi. Su quali fondamenti sarebbe possibile finalmente liberare l’uomo dalle catene della barbarie e dell’ignoranza? Su quali presupposti l’uomo si erge a nuovo Messia e si fa portatore di un verbo di rigenerazione universale?