I PROMESSI SPOSI E IL SUGO DELLA STORIA su Radio Maria, giovedì 24 giugno ore 10:30.

MA DAVVERO IL SEICENTO E’ QUELLO DESCRITTO DA MANZONI? COME AVVENNE LA RISCIACQUATURA DEI PANNI IN ARNO?

La considerazione che Manzoni riservò al Seicento risentiva fortemente della formazione culturale illuminista dell’autore. Il secolo divenne così nei Promessi sposi periodo per eccellenza della superstizione, dell’ignoranza, del fanatismo religioso, dei roghi, delle streghe, come se le acquisizioni e la cultura del Rinascimento fossero perdute tutte ad un tratto per far posto al «sonno della ragione».

Quest’immagine preconfezionata del Seicento richiamava, almeno in parte, la stessa sorte che l’Illuminismo settecentesco aveva riservato al Medioevo. Del resto, il Seicento aveva in comune con il Medioevo una spiccata e recuperata religiosità, di cui era stata promotrice non certo secondaria la Controriforma cattolica.

Manzoni, che scrisse il romanzo quando era convertito da almeno dieci anni, aveva comunque nel sangue l’Illuminismo (era del resto nipote di Cesare Beccaria), aveva conosciuto importanti intellettuali del Settecento, si era formato in gioventù su opere illuministiche italiane e francesi. Ad ogni modo i testi che lesse sul Seicento per documentarsi, quasi tutti del Settecento, risentivano di una matrice culturale illuministica.

Soltanto alla fine dell’Ottocento vennero purtroppo riscoperti il Seicento e il Barocco. Il merito principale della riscoperta del secolo fu da attribuirsi a Heinrich Wolfflin (1864-1945), autore dell’opera Rinascimento e Barocco (1888).