Il modo migliore per rendere omaggio a Pirandello è riscoprirlo nella grandezza della sua arte. L’appello è soprattutto agli insegnanti, figure centrali nell’educazione, nella formazione culturale e nella trasmissione dell’eredità che i nostri predecessori ci hanno consegnato: si allontanino dalle formule dei libri di testo che cristallizzano gli autori come se non fossero uomini e facciano con entusiasmo scoprire il genio artistico attraverso la bellezza e la profondità delle opere. Per questo appello do la parola direttamente a Pirandello: «(La mia) opera trova già prevenuti tanto il giudizio della critica quanto l’attesa del pubblico, per colpa di tutte quelle concezioni astratte e stravaganti sulla realtà e la finzione, sul valore della personalità […] che non sono altro se non le deformazioni cristallizzate di due o tre delle mie commedie, di quelle due o tre che sono arrivate per prime a Parigi, proprio al momento in cui il mio nome ha preso il volo: questo nome che, per colmo di sventura, non è nemmeno più il mio nome, ma è diventato la radice della parola “pirandellismo”.