Giovedì 26 novembre alle ore 10 su RADIO MARIA
sarà trasmessa la penultima puntata di
IN VIAGGIO CON DANTE VERSO LE STELLE.
Si parlerà dell’INNO ALLA VERGINE.
Il canto XXXIII del Paradiso si apre con una delle preghiere più belle che siano mai state dedicate alla Madonna, conosciuta anche come Inno alla Vergine.
La preghiera, lunga trentanove versi, si struttura in due parti, la prima delle quali (vv. 1-21) è l’elogio di Maria, la seconda è una richiesta alla Vergine perché Dante possa conservare sani i suoi sensi, dopo aver visto Dio.
San Bernardo esordisce così:
Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’etterno consiglio,
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amore,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ’ mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate.
Rifacendosi alla tradizione mariana e alla liturgia san Bernardo apostrofa la Madonna con tre antitesi: vergine e, al contempo, mamma, figlia del suo stesso figlio, umile e alta più di tutte le altre creature. Tre misteri incomprensibili umanamente sono qui sintetizzati: la verginità feconda, il miracolo di una creatura che diviene madre del suo stesso creatore, la grandezza della Madonna che risiede nella sua povertà di spirito, nell’umiltà e nel semplice «sì» pronunciato dinanzi alla chiamata del Signore.