Giovedì 24 novembre ORE 10: 30 su Radio Maria I PROMESSI SPOSI E IL SUGO DELLA STORIA.

Titolo: RENZO IN SALVO NELLA BERGAMASCA E IL SENSO DELLA GRATITUDINE.

Nel capitolo XVII Manzoni ci presenta un personaggio che non si lamenta dei torti subiti nella vita, ma guarda i benefici ricevuti e ne è grato. Si tratta di Bortolo che dice con convinzione al cugino Renzo: “Intanto fa’ conto di me. Dio m’ha dato del bene, perché faccia del bene; e se non ne fo a’ parenti e agli amici, a chi ne farò?”. Bortolo riconosce così l’origine della gratitudine, ovvero il riconoscimento di essere stati amati, di aver ricevuto molto. Da questo giudizio scaturisce il desiderio di poter donare agli altri, di poter in qualche modo offrire al prossimo parte del bene che si è ricevuto.

L’uomo mostra di rado la sua gratitudine

Ne I ricordi, raccolta di massime e di aforismi sulla vita, lo storico fiorentino Francesco Guicciardini (1483-1540) scrive:

Più tengono a memoria gli uomini le ingiurie che e’ benefici; anzi quando pure si ricordano del beneficio, lo reputano minore che in fatto non fu, persuadendosi meritare più che non meritano; el contrario si fa dell’ingiuria.

Guicciardini sottolinea la tendenza umana all’ingratitudine; di rado l’uomo riconosce il bene ricevuto, mentre sempre ricorda il male o il torto subito, anche se da parte di una persona che lo ha molto beneficato.