In occasione del Meeting di Rimini edizione 2013 (domenica 18 agosto-sabato 24 agosto) dal titolo EMERGENZA UOMO proporremo la lettura  quotidiana di una parte del libro “Che cos’è mai l’uomo, perchè di lui te ne curi? L’io, la crisi, la speranza” che mette a tema la  crisi dell’uomo nella contemporaneità e la speranza da cui si può ripartire. Oggi proponiamo l’inizio del primo capitolo sulla perdita delle certezze e sulla giaia disperazione di un uomo senza Dio.

 

La perdita delle certezze

L’epoca contemporanea ha un triste privilegio. In tutte le epoche gli intellettuali hanno dissertato sull’esistenza di Dio. Molti hanno cercato anche di confutarne l’esistenza.  Sono sempre esistiti gli atei. Nelle epoche passate, però, la negazione dell’esistenza di Dio raramente si è accompagnata ad una presuntuosa tracotaggine e ad una gaia spensieratezza totalmente dimentica del limite umano e della morte. L’uomo di oggi troppo spesso si vanta di poter fare a meno di Dio, di poter assaporare i piaceri e le gioie con più libertà, una volta che è stato reciso il legame con il destino e con il Mistero. Finalmente, una volta che tutte le certezze del passato sono state obnubilate e che la tradizione ha rivelato la sua inconsistenza, l’uomo sarebbe libero e potrebbe, così, finalmente ripartire ex nihilo e, mostrando di non avere debiti con il passato e con la superstizione metafisica, creare un mondo nuovo.

Spenti tutti i lanternoni del passato, l’epoca contemporanea assiste all’accensione di un nuovo lanternone culturale che nega l’esistenza di qualsiasi verità assoluta, privilegia una finta tolleranza in nome di un presunto multiculturalismo, si rivolge all’esperto in ogni campo, una volta che tutte le figure di riferimento del passato sono cadute. Persa di vista l’unità del sapere e il senso complessivo della cultura, si assiste ad una parcellizzazione delle discipline che non sono più riconducibili ad un unicum, che non riescono a dialogare tra loro. Efficacemente il Cardinale Ratzinger coniò l’espressione «dittatura del relativismo» per definire la cultura contemporanea. Non più certezze cui guardare, ma un’unica certezza, quella che non vi sono verità. All’evidenza delle cose si è sostituito il dubbio applicato a tutto, almeno a livello teorico. A livello pratico, infatti, la demolizione del criterio di conoscenza per fede porterebbe al rapido ritorno all’età della pietra, ogni uomo dovrebbe ripercorrere tutte le tappe del passato se non desse credito alle acquisizioni ereditate. Sul piano tecnico scientifico, spesso il criterio del dubbio non viene invece applicato, anzi talvolta si applica l’ideologia scientista dimentica del vero metodo sperimentale. Così, si propagano teorie o tesi magari ancora non dimostrate.