Giovedì 22 agosto
Ore: 19.45 eni Caffè Letterario A3
Siamo tutti chiamati per qualcosa di importante. Quando si diventa papà, si vedono la vita e la propria storia in modo diverso. Si guarda l’infanzia con uno sguardo nuovo, si ritorna bambini, con una consapevolezza più profonda, quella dell’adulto.
Il noto comico Giacomo Poretti (1956), «il 33,33 per cento del popolare trio di Aldo, Giovanni e Giacomo», noti a tutti per I corti, Tre uomini e una gamba, Chiedimi se sono felice, Tu la conosci Claudia?, è diventato padre qualche anno fa. Forse, proprio per questo, ha sentito l’esigenza di risalire alle proprie origini, alla propria terra, alla sua infanzia. Ha voluto ricostruire la propria storia leggendola attraverso la trama degli incontri e, in particolare, di quell’incontro «che si è fatto famiglia», come scrive l’autore nella dedica del libro alla moglie Daniela e al figlio Emanuele.
Se non c’è un poeta che decide di raccontare la tua storia, tocca a te raccontarla, annota in prefazione, perché non si dimentichi. Nella sua storia c’è la storia di tutti gli uomini, che vivono cercando la strada, la vocazione e il destino. «Perché il cuore dell’uomo è simile ad ogni latitudine, si commuove allo stesso modo al Nord come al Sud, si angoscia al mare e in montagna, anela all’immenso in cirillico come in francese, è fatto per l’eternità ovunque nasca, anche a Villa Cortese».
In questo paese, situato nell’alto milanese, Giacomo Poretti trascorre la sua infanzia. È la storia di un bimbo che è sempre stato piccolo, più basso degli altri, che allo stadio non riusciva a vedere la partita e doveva stare sulle spalle del papà, che, a sua volta, non vedeva la partita e si faceva raccontare dal figlio le azioni di gioco e che a vent’anni parte per il militare, perché hanno valutato la sua altezza di 158 cm, quando l’anno prima era di 157 cm.
«Dalla terza media fino ai 20 anni, calma piatta, e poi, improvvisamente, il corpo ha un sussulto e si innalza di dieci millimetri?!». Forse il suo corpo «si era pentito, si sentiva in colpa?». «Con un colpo di reni» gli regalava «il servizio militare e l’orgoglio di mamma e papà».