Comune dei GiovaniNasceva cento anni fa Don Didimo Mantiero, un prete che ha lasciato un segno indelebile nella storia di Bassano del Grappa e che ha dedicato tutta la sua vita all’educazione dei giovani. In effetti, «la sollecitudine per la salvezza dei giovani abbandonati a una triste vita di miseria materiale e di vuoto spirituale è il punto di partenza della pastorale di don Didimo» (Ludmila Grygiel).

C’è un evento all’inizio del sacerdozio di don Didimo che lo conferma nel suo compito e nella sua missione. Il prete si è gravemente ammalato e un’anziana signora offre la sua vita per la guarigione del prete. La donna glielo rivelerà in punto di morte dicendogli anche: «Il Signore mi ha detto di dirLe che l’ha destinata a compiere il suo apostolato tra la gioventù. Attenda ai giovani» e ancora: «Se disporrà di altro tempo assista ammalati e poveri vecchi come me. Questo è quanto il Signore vuole da lei». Come è facile capire, l’episodio della nonnina diventa un incontro determinante per il prete di Bassano che «col passare degli anni si rende conto sempre di più che da solo non riuscirà mai a realizzare il suo grande sogno di salvare tutti i giovani della parrocchia» (Ludmila Grygiel).

Un giorno mentre prega di fronte a Gesù, proprio come don Camillo di Guareschi, ripete «a uno a uno i nomi tanto cari al suo cuore, esponendo di ognuno i desideri, chiedendo per sé e per loro grazie divine» (dal Diario). Il prete parla con Dio e tratta con Lui, proprio come Abramo nella Bibbia, quando, preoccupato per le sorti della città di Sodoma dove abita Lot con la sua famiglia, vuole salvarla dalla distruzione e cerca dieci giusti. Da qui nasce La dieci. Don Didimo chiede a Dio: «Perché, o Signore, se io Ti presenterò dieci giovani “giusti” per la loro santità, Tu non perdonerai ai miei figli meno buoni, Tu non benedirai tutti?» (dal Diario). Così il prete comincia a cercarli insistendo «sul fatto che non era lui, ma Dio stesso a invitare i giovani per essere accompagnato».