Sono le pagine più sconosciute di tutto il capolavoro manzoniano, quelle che gli studenti quando si affacciano all’ultimo anno di Liceo, convinti di conoscere già Manzoni e di aver già letto il romanzo, mai ricordano. Quando mi capita di chiedere loro come si concluda il più noto romanzo della letteratura italiana, mi sento rispondere: “Con il matrimonio di Renzo e Lucia”. Il nostro autore, cattolico e realista, non ha voluto scrivere una favola a lieto fine, come potrebbe a taluni sembrare. Le antologie scolastiche sono, spesso, ricche di tante pagine critiche che indagano sull’oscuro senso del romanzo, sulla provvidenza, sulla conversione dell’autore e non lasciano alcuno spazio a quella conclusione del romanzo che leverebbe molti dubbi e perfino pregiudizi sul testo manzoniano.

Una volta sposati, Renzo e Lucia si trasferiscono in un paese della bergamasca in cui è cresciuta l’attesa per l’arrivo della coppia e soprattutto di quella Lucia su cui si è fatto un gran parlare. I più si aspettano una principessa, bella e dalle buone maniere. Alla vista di questa popolana, niente affatto bella, iniziano a malignare finché le voci non sono riportate a Renzo. Questi ha conservato l’accesa indole del passato e si adira a tal punto che potrebbe perfino arrivare a sbudellare i suoi nemici. Finalmente, si trasferisce con Lucia in un altro paese dove ha acquistato un filatoio assieme al cugino Bartolo.