I vescovi del Belgio sono preoccupati che l’approvazione della estensione della legge sull’eutanasia ai minori «apra le porte ad un futuro ampliamento per le persone con disabilità, persone con demenza, malati mentali o coloro che sono stanchi di vivere». La Camera belga, infatti, dopo il via libera che il Senato aveva già dato lo scorso dicembre, ha definitivamente approvato questa legge che permetterà ad un bambino, dietro certe condizioni, di farla finita.
Senza tanti giri di parole i vescovi affermano che con questa legge si superano tutti i limiti del buon senso, dicono di sostenere pienamente i diritti del bambino, ma «il diritto del bambini di chiedere la propria morte è un passo troppo lungo. Si tratta – concludono – della trasgressione del “non uccidere” che costituisce la base della nostra società umana».
I promotori della legge, invece, pensano che l’eutanasia è un “diritto” del paziente, esercitato sull’altare della propria (assoluta) libertà. È quest’ultima che, di fatto, sta divenendo l’unico dogma alla base della nostra società umana.