SUGGERIMENTI PER L’ESAME SCRITTO DI ITALIANO

COME SCEGLIERE LA TRACCIA? POSSIEDI GLI ARGOMENTI, LE PAROLE SEGUIRANNO.

Vale l’antica regola di retorica Rem tene, verba sequentur (ovvero «conosci gli argomenti, le parole seguiranno»), che risale addirittura secondo la tradizione a Catone il Censore. Cicerone era ben consapevole della veridicità del detto. Non è possibile separare la competenza dalla cultura, come sostiene talvolta la prassi pedagogica contemporanea.

Scegli l’argomento che conosci meglio.

  • LE FASI PRIMA DELLA SCRITTURA

Ecco allora dei semplici suggerimenti tanto ovvi quanto troppo poco rispettati dagli studenti che sono presi dall’ansia di scrivere, non appena abbiano rotto l’indugio e scelto la traccia da svolgere. Un’ora sulle sei concesse deve essere dedicata alle fasi dell’inventio e della dispositio. Nel tempo ben utilizzato in queste due fasi si giocano la reale efficacia, l’originalità e la creatività dell’alunno scrittore. Il ragazzo non deve scrivere di getto, pensando alla totale spontaneità della scrittura. Il testo scritto è un risultato tecnico che deriva da un lavoro, da una riflessione, da una progettazione per la quale sono assegnate sei ore. Per la fase della scrittura dell’articolo, del saggio o del tema potrebbero bastare anche solo tre o quattro ore: ma occorre un’ora per impostare il lavoro, un’altra è indispensabile per la rilettura e la rifinitura. Spesso, si vedono ragazzi che, presi dal desiderio di riempire le pagine bianche, iniziano a scrivere e dopo tre o quattro ore hanno già terminato l’elaborato. A quel punto il tempo rimanente non servirà più a nulla, perché, quando il progetto è stato realizzato, le modifiche che gli si possono apportare sono di lieve entità.

Per questo ricordiamoci il valore delle prime due fasi propedeutiche alla stesura del testo. L’inventio insegna a recuperare gli esempi, le immagini, le storie, le prove più convincenti per sostenere una determinata tesi o per argomentare una questione posta. Scelta la traccia, lo studente scriverà sul foglio di brutta tutte le informazioni, citazioni, gli esempi che gli potrebbero servire per rendere avvincente il testo.

Poi segue la fase dello stesura dello schema, dagli antichi latini chiamata dispositio. Lo studente strutturerà il discorso in modo che sia persuasivo. Così, il tema o il saggio si comporrà di un esordio, di una narrazione, di un’argomentazione della tesi propria e della confutazione dell’altrui, infine di una conclusione o perorazione.

Solo dopo queste prime due fasi preliminari, lo studente deve accingersi a scrivere perseguendo le virtù dell’espressione, dalla correttezza (puritas) alla chiarezza espositiva (perspicuitas) alla bellezza del dettato (ornatus) attraverso l’uso delle figure retoriche, l’eleganza lessicale (elegantia), il ritmo e la fluidità del discorso adeguato (cursus). Terminata la fase della scrittura, lo studente dovrà dedicarsi al labor limae ovvero la rifinitura.

  • I PARAMETRI DI VALUTAZIONE DELLA COMMISSIONE

La valutazione della prova scritta deve avvenire a partire da alcuni parametri. Alcuni sono relativi ai contenuti: ricchezza degli stessi, rielaborazione, pertinenza. Altri riguardano, invece, la forma: correttezza ortografica e sintattica, fluidità espressiva e precisione lessicale.

Suggerisco agli studenti di tener conto di un fatto, di solito poco sottolineato: la correzione del tema avviene in forma collegiale, ciò significa che il tema viene letto ad alta voce. Consiglio, quindi, di curare la calligrafia, di scrivere frasi preferibilmente brevi e che tengano conto che è una scrittura predisposta alla declamazione più che alla lettura cerebrale e silenziosa.

  • COME ARRIVARE ALLA PROVA

Ora diamo un ultimo suggerimento a tutti gli studenti: non arrivate stanchi, angosciati e stressati al primo giorno degli Esami. Non studiate fino a tardi il giorno prima, dedicate uno spazio alla concentrazione e al riposo. Se avete studiato, quanto sapete riemergerà. Se avete studiato poco, converrà comunque essere freschi il giorno delle prove.

Durante la prova porta con te cibi energetici, ma non pesanti da digerire.

  • ERRORI PIÙ COMUNI DA EVITARE
  1. accenti sui monosillabi (sto, sta, do, fra, tra, fa, me senza accento; per quanto riguarda li, si, la, si, se, … dipende dalla funzione che svolgono, ovvero se come congiunzione, sé come pronome, ….);
  2. i polisillabi tronchi sono accentati sull’ultima sillaba (ventitré, carità);
  3. non ripetere il complemento oggetto (il libro l’ho letto) o altri complementi (di torta ne ho mangiata);
  4. attento all’apostrofo (non si va a capo con l’apostrofo, si pone l’apostrofo tra un’amica, …);
  5. attento all’uso del congiuntivo (dopo i verbi che indicano pensare, credere, dubbio, nelle interrogative indirette e nelle dubitative): penso che sia…, non so se sia meglio, ….;
  6. uso del gerundio: leggendo il libro il protagonista appare (se si legge il libro il protagonista …);
  7. attento all’uso della punteggiatura (non si separa il soggetto dal verbo con la virgola, …);
  8. periodi brevi. Usa spesso il punto fermo, evita il punto e virgola;
  9. attento ai plurali in –cia e –gia;
  10. attento alla scrittura dei numeri (in lettera), ai numerali e ordinali;
  11. maiuscola (nomi propri, dopo il punto fermo, …); popoli in maiuscolo, secoli in maiuscolo, anni Sessanta, …;
  12. attento all’inserimento delle citazioni;
  13. opere integrali sottolineate, poesie, citazioni, titoli di giornale tra virgolette;
  14. evita il verbo “fare” e il sostantivo “cosa”;
  15.  precisione lessicale (termini precisi e non ripetitivi (non prezzo basso, ma irrisorio);
  16. dividi in paragrafi il tema (punto fermo e a capo);
  17. scrivi con una grafia chiara, che si possa leggere bene e declamare ad alta voce
  • CONSIGLI DI STILE
  1. Cerca la chiarezza nella comunicazione;
  2. evita le frasi retoriche, colloquiali, le definizioni del dizionario;
  3. non esagerare con le frasi nominali;
  4. evita coppie di sostantivi o aggettivi inutili e quasi sinonimiche;
  5. cerca la precisione, non essere generico.