La giornata di ieri, che si era aperta nel silenzio e nella preghiera, con la visita di Papa Francesco sui luoghi terribili di Auschwitz e Birkenau, è proseguita poi nel pomeriggio con due momenti che danno qualche parola anche al silenzio della mattina. Così è trascorsa la terza giornata del viaggio apostolico del Papa in Polonia per la GMG, una giornata che potremmo definire per la sofferenza, per il dolore e per comprendere il significato del male.
La domanda che aleggiava ad Auschwitz e Birkenau viene rilanciata da Francesco, a conclusione della Via Crucis che ha pregato nel tardo pomeriggio con i giovani che lo attendevano nella spianata di Blonia. «Dov’è Dio, se nel mondo c’è il male, se ci sono uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati? Dov’è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre? Dov’è Dio, quando malattie spietate rompono legami di vita e di affetto? O quando i bambini vengono sfruttati, umiliati, e anch’essi soffrono a causa di gravi patologie? Dov’è Dio, di fronte all’inquietudine dei dubbiosi e degli afflitti nell’anima?»
Le stesse domande che si pose il suo predecessore, Benedetto XVI, che visitò Auschwitz dieci anni fa. «Dove era Dio in quei giorni? – si chiedeva anche Ratzinger – Perché Egli ha taciuto? Come poté tollerare questo eccesso di distruzione, questo trionfo del male?» Non ci sono risposte umane, ha detto papa Francesco ai giovani radunati a Cracovia, l’unico modo è «guardare a Gesù, e domandare a Lui».