In exitu 1989Il  drogato di In exitu, il feto di Factum est, Gertrude e l’Innominato presi a prestito da Manzoni. Dando loro la parola, Testori afferma che la vita ha sempre un valore sacro e inestimabile. La loro come quella di ciascuno di noi.

 

«Se tu vai indietro nel dolore della nascita incontri un atto d’amore» afferma Testori ne Il senso della nascita «perché mio padre e mia madre si sono amati in Dio; in Cristo si sono amati. Bisogna dirlo. Credo che non bisogna aver paura di dirlo: perché sono cose che se si pronunciano nella speranza diventano di per sé sacre. Ecco: c’è un momento di sperdutezza in un uomo e in una donna che si amano; di sperdutezza e di liberazione». La vita scaturisce da un atto di amore.

Con queste parole vogliamo celebrare la Giornata della vita e, nel contempo, un doppio anniversario (novant’anni dalla nascita e vent’anni dalla morte) per un grande personaggio della cultura milanese del Novecento, Giovanni Testori (1923-1973), poeta, drammaturgo, romanziere e pittore.

Nato il 12 maggio 1923, Testori muore il 16 marzo 1993. La sua produzione è sterminata e indice di grande versatilità nei diversi generi letterari, dal romanzo Il ponte della Ghisolfa (da cui Visconti ricava il film Rocco e i suoi fratelli) al ciclo di romanzi I segreti di Milano (ispirato ai cicli ottocenteschi francesi), dalle raccolte di poesie (L’amore e Per sempre) ai drammi teatrali che comprendono, ad esempio, rivisitazioni di Shakespeare (Ambleto, Macbetto) e la trilogia che consacra la conversione cattolica di Testori: Conversazione con la morte (scritta nel 1978 in seguito alla morte della madre), Interrogatorio a Maria (1979) e Factum est (1981).

Testori ha voluto dare la parola agli ultimi. La vita ha sempre, anche per loro, un valore sacro e inestimabile. Gli ultimi sono i rifiuti della nostra società (personaggi come il drogato o il feto che mai nascerà) oppure chi è stato violato nella sua libertà e nella sua vocazione (come la Gertrude dei Promessi sposi) o ancora la pecorella smarrita che ha bisogno dell’abbraccio misericordioso (come l’Innominato). Cristo c’è anche per loro. La redenzione arriva a salvare e riscattare nella profondità il marciume umano. Si può guardare con tale misericordia gli ultimi solo quando si percepisce che ogni nostra umanità è l’ultima, la più derelitta, e urla il bisogno di salvezza. Testori, come chiunque si guardi davvero in profondità, ha visto in sé il malato che ha bisogno del medico di cui parla Gesù e si è convertito, proprio come un altro celebre autore milanese, Alessandro Manzoni.