ZANICA

9 dicembre 2017 ore 9:30

CENTRO DI SPIRITUALITA’ E CULTURA

“LA PREGHIERA NELLA COMMEDIA DANTESCA”

UNA DELLE PIÙ BELLE PREGHIERE MAI RIVOLTE ALLA MADONNA

L’ultimo canto del Paradiso si apre, quindi, con un’invocazione di san Bernardo rivolta alla Vergine Maria, una delle preghiere più belle che Le siano state mai dedicate:

Vergine madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d’etterno consiglio,

tu se’ colei che l’umana natura

nobilitasti sì, che ’l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore,

per lo cui caldo ne l’etterna pace

così è germinato questo fiore.

Qui se’ a noi meridiana face

di caritate, e giuso, intra ’ mortali,

se’ di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre

sua disianza vuol volar sanz’ali.

La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte  fiate

liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,

in te magnificenza, in te s’aduna

quantunque in creatura è di bontate.

La Madonna è, qui, presentata in tutta la sua umanità di madre, mamma di Gesù, ma anche nostra. In quanto tale, Maria non può non soccorrere tutti i suoi figli, non solo quelli che chiedono la sua intercessione, ma anche quelli che, orgogliosi o non riconoscenti o ancora convinti che nessuno possa aiutarli, a Lei non ricorrono. Pensiamo alla storia che Dante racconta nella Divina commedia. Quando il poeta decide finalmente di gridare «Miserere di me», mentre è risospinto nella selva oscura «là dove ‘l sol tace», in realtà la Madonna ha già visto le sue difficoltà e ha provveduto inviandogli proprio quel Virgilio cui lui rivolge la sua richiesta di aiuto. Maria ha, qui, prevenuto il grido di Dante.

Oltre che madre, la Madonna è stata colei che ha contribuito alla redenzione dell’umanità attraverso l’incarnazione di Cristo. Il fiat che Maria rivolge all’Angelo è il mezzo grazie al quale Dio si è fatto carne. La Madonna ha collaborato alla redenzione del mondo, in un certo modo è corredentrice. Dio ha voluto tutta la disponibilità dell’uomo, Dio ha bisogno degli uomini. Proprio in grazia dei suoi futuri meriti, Dio ha preservato Maria dal peccato, Lei è la sine labe concepta (la «partorita senza peccato»), l’Immacolata concezione, ricettacolo di misericordia, di pietà e di ogni tipo di carità. La Madonna è per noi continua fonte di speranza cui guardare sempre, anche nei momenti di grande difficoltà: se qualcuno volesse una grazia e non ricorresse a Lei, sarebbe come se un essere vivente fosse sprovvisto di ali e volesse volare.

Dopo questo bellissimo inno, san Bernardo ricorda alla Madonna la complessità del viaggio di Dante e Le chiede di permettere che il poeta possa vedere Dio senza che i suoi sensi possano essere danneggiati:

 

Or questi, che da l’infima lacuna

de l’universo infin qui ha vedute

le vite spiritali ad una ad una,

supplica a te, per grazia, di virtute

tanto, che possa con li occhi levarsi

più alto verso l’ultima salute.

E io, che mai per mio veder non arsi

più ch’i’ fo per lo suo, tutti miei prieghi

ti porgo, e priego che non sieno scarsi,

perché tu ogne nube li disleghi

di sua mortalità co’ prieghi tuoi,

sì che ‘l sommo piacer li si dispieghi.

Ancor ti priego, regina, che puoi

ciò che tu vuoli, che conservi sani,

dopo tanto veder, li affetti suoi.

Vinca tua guardia i movimenti umani:

vedi Beatrice con quanti beati

per li miei prieghi ti chiudono le mani!

Elevandosi sino alla visio Dei, Dante non deve perdere le facoltà intellettive o sensitive. Dante deve, infatti, poter raccontare quello che ha visto, ovvero Dio, definito da san Bernardo come «l’ultima salute», cioè l’estrema nostra possibilità di salvezza, e «sommo piacer», cioè felicità piena per l’essere umano, unico mezzo per soddisfare il desiderio di Infinito che contraddistingue il nostro cuore.

L’inno alla Vergine di Dante avrà un notevole influsso anche sul Canzoniere del Petrarca. Come Dante pone nell’ultimo canto della Commedia una preghiera alla Madonna, così anche Petrarca terminerà il suo capolavoro con un inno a Maria. Il Rerum vulgarium fragmenta, più conosciuto come Canzoniere, è una sorta di breviario laico, composto di trecentosessantasei poesie, come fossero preghiere dedicate alla sua Madonna Laura, una per ciascun giorno dell’anno. La lode alla Vergine che conclude l’opera è segno di omaggio al Sommo poeta, senz’altro, ma ancor più di indefettibile amore per Maria.